Dal pianoro sommitale, un’ampia radura pianeggiante, si apre una vertiginosa veduta che spazia a 360° sulle pareti rocciose, sui pendii sottostanti e sui vicini Gessi Triassici. Quando l’aria è limpida la visuale si estende dagli appennini alle alpi.
Lungo il pendio che scende dolcemente verso nord-ovest si legge la corrispondenza tra la giacitura degli strati e l’andamento del versante.
I prati e i seminativi che rivestono il pendio un tempo erano molto più vasti. Con l’abbandono dei terreni agricoli avvenuto negli anni ’50-’60, arbusti ed alberi hanno progressivamente ricolonizzato le aree aperte, cambiando gli ambienti e il paesaggio, che è in permanente evoluzione in relazione alla natura e agli usi umani.