La Pietra ha sempre esercitato un’attrazione magnetica sugli abitanti di Castelnovo ne’ Monti, tanto che qui esiste addirittura l’espressione dialettale “al mal d’la Preda” (il male della Pietra), una sorta di nostalgia e ossessione per la Pietra, che nelle leggende popolari è sempre luogo di magia e di fatti soprannaturali.
Il rapporto fra gli abitanti di Castelnovo e la Pietra è legato alla venerazione dell’effige della Madonna del Latte esposta nel santuario alle pendici della Pietra, luogo di devozione almeno dal XV secolo.
La visita alla “Madonnina” era un pellegrinaggio (spesso senza scarpe), che partiva da Castelnovo, lungo l’antico sentiero arrivava all’Eremo e si concludeva con l’ascesa alla sommità; il santuario era molto conosciuto, e i pochi ex voto rimasti, dopo il pesante intervento degli anni ‘40, testimoniano una devozione antica e sentita.
Ogni sasso e ogni luogo lungo i sentieri storici verso la Pietra ha un nome popolare (la grotta dell’eremita, l’orto del mandorlo, il sasso della bettola, la testa di cavallo) legato alla storia e alle storie della Pietra, proprio perché essa è sempre stata un luogo frequentato, amato e immaginato dalla popolazione. Andare alla Pietra, quando Piazzale Dante non c’era, era una passeggiata attraverso le campagne della Bismantova: questo è ancora oggi il modo migliore per visitarla, seguendo i sentieri storici da Castelnovo e dai borghi intorno.
In epoche in cui le persone avevano ben poche possibilità di muoversi e andare altrove, per i castelnovesi la Pietra era un luogo straordinario di incontro, evasione, preghiera e contemplazione della bellezza.
La Pietra a Castelnovo è sempre stata una cosa di famiglia, e l’amore per essa e l’abitudine a frequentarla si tramandava di generazione in generazione. Oggi le persone hanno più risorse e più tempo, e questa relazione così stretta e autentica rischia di perdersi. La percezione della Pietra oggi è mediata dalla cultura, dallo sport, dall’agricoltura, dal turismo; ma questo suo essere per i castelnovesi un luogo misterioso e al tempo stesso di casa è una qualità preziosa che deve essere mantenuta.
(testi a cura Arch. Chiara Dazzi. Si ringrazia Prof. Umberto Casoli)