In direzione sud rispetto al paese di Casale si innalza il Monte Camorra sul quale si è presente un ampio castagneto da frutto.
La castagna era considerata “pane dell’albero”, costituendo una nutriente a valida alternativa al grano; dall’albero si ricavava legname, paleria, tannino, ottimo miele, carbone.
Nei castagneti e nei paesi ad essi collegati, sorgevano i metati, edifici in cui avveniva, subito dopo la raccolta, l’essicazione dei frutti. Un fuoco tenuto sopito per fare fumo e calore scaldava per 30-40 giorni i frutti collocati su un graticcio, disidratandoli. Poi si procedeva alla sbucciatura; il frutto seccato si conservava per mesi ed era portato al mulino per ottenere la farina.
Nell’appennino è ricorrente la relazione tra i castagneti e i borghi rurali.