Breve storia delle ricerche a Campo Pianelli e sintesi stratigrafica
Campo Pianelli è costituito da detriti arenacei che si sono depositati ai piedi della Pietra e che nei millenni sono lentamente scivolati sulle sottostanti formazioni argillose.
Su questi detriti troviamo una prima effimera frequentazione umana avvenuta nella fase tarda dell’età del Rame (circa metà del III millennio a.C.).
Diversi secoli dopo, cioè nella fase piena della media età del Bronzo (circa 1550-1450 a.C.), venne impiantato un villaggio di cultura terramaricola che durò almeno fino a tutta la prima fase del Bronzo Recente (circa1300- 1250 sec. a.C.). Tale abitato ha restituito i ruderi di due capanne di quest’ultima fase.
Infine, a partire dalla fine del VI secolo e fino al IV, venne rioccupato da genti etrusche e liguri.
I primi ritrovamenti archeologici a Campo Pianelli risalgono al 1855-56 ed avvennero casualmente ad opera degli allora proprietari. Fu però solo nel 1865 che don Gaetano Chierici, si recò personalmente sul luogo e, grazie ad un piccolo saggio, rinvenne due tombe.
La ripresa delle ricerche avvenne un secolo dopo, prima grazie al ritrovamento fortuito fra 1963 e 1969 di 3 tombe, quindi nel 1973-74 quando nuovi scavi riportarono il luce altre 21 tombe e consentirono di studiare la stratigrafia del sito.
Nel 1982 una nuova campagna di scavi volta ad indagare un’ampia area del deposito, incentrati più sull’abitato che sulla necropoli, permisero di precisare le connessioni fra strati preistorici e protostorici.
Infine nel 2012 una terza campagna, effettuata al centro del pianoro, consentì di meglio definire la stratigrafia del sito e di riconoscere i resti di una capanna dell’età del Bronzo recente.
Resti di strutture abitative dell’età del Bronzo recente a Campo Pianelli
Le strutture dell’età del Bronzo recente riportate in luce a Campo Pianelli dall’Ottocento ad oggi sono essenzialmente due: una rinvenuta negli estesi scavi del 1973-74 e una nel modesto sondaggio del 2012.
La prima testimonianza è rappresentata dai resti di un pavimento in terra battuta cotta dal calore del focolare. La parte messa in luce era ampia circa due metri quadrati, ma continuava oltre la parete della trincea e pertanto non sappiamo quale fosse la sua totale estensione. Due lastre di arenaria collocate verticalmente nei pressi sembrarono rappresentare ciò che restava di un accesso alla capanna cui appartenne il pavimento.
La seconda testimonianza, cioè i resti di una capanna più grande, è invece articolata e significativa. Purtroppo un precedente sondaggio del 1974 aveva inciso tale struttura abitativa, mettendone in risalto parte del focolare collassato a terra a causa di un incendio.
La necropoli Campo Pianelli: caratteristiche e aspetti del rituale
La necropoli è composta da quasi cinquanta sepolture collocate sopra i resti del precedente abitato del Bronzo Recente, intenzionalmente coperto da uno strato di scaglie di arenaria posto a regolarizzare il pianoro. Il nuovo insediamento cui la necropoli si riferisce, spostato in un’area ritenuta più consona alle esigenze del periodo, deve trovarsi in un luogo non ancora identificato sopra la Pietra o nelle sue vicinanze.
Il rituale funerario rispecchia quello tipico dell’Età del Bronzo Finale: i resti del defunto bruciato sulla pira sono raccolti in un vaso quasi sempre di forma a doppio tronco di cono e accompagnati da oggetti di abbigliamento e di ornamento personali.
L’ossuario viene coperto da un altro vaso, in genere una ciotola: l’associazione allude a una testa posata sul corpo e restituisce al defunto l’aspetto antropomorfo distrutto nel rituale di cremazione.
La necropoli è nel complesso riferibile a una comunità non molto vasta, attiva fra XI e X sec. a.C., e la sua estensione sembra circoscritta al margine nord del pianoro.
Fonte: Antichissima Bismantova, a cura di Iames Tirabassi